VIAGGIARE DA SOLI PER RITROVARE SÉ STESSI

 


Quante volte vorremmo prendere e scappare da tutto e da tutti? Dagli impegni, dagli obblighi, dalle persone. Spesso ci sembra di essere in una giostra che gira continuamente ma dalla quale non riusciamo a scendere. In questi casi si rende necessario un momento per mettere tutto in pausa, riprendere fiato e riavviare, magari con le idee più chiare.

Se anche a voi almeno una volta nella vita è capitato di sentirvi così, beh vi do il mio consiglio da viaggiatrice. Del resto #AlleFaldedelRavviMangiaro troverete sempre consigli “viaggiosi” J.

Il mio metodo per “scendere dalla giostra impazzita della vita”, da sempre, è quello di partire per un viaggio; qualche anno fa, in un momento di profonda stanchezza, feci una scelta un po’ più audace: sono partita per il Kenya da sola per una settimana.

Decisamente una delle idee migliori che io abbia avuto. Un viaggio in solitaria è uno dei modi migliori per guardare in faccia se stessi, bisogna però essere predisposti.

Ecco quindi i miei tre consigli per viaggiare da soli.

  1. SCEGLIETE LA META CON ATTENZIONE

La scelta della meta è fondamentale. Evitate strutture o mete particolarmente indicate per coppie o famiglie, in questo caso le probabilità di socializzare o godersi di momenti di relax è pressoché nulla. Ci sono alcune mete che sono spesso particolarmente frequentate sia da viaggiatori solitari che da gruppi di amiche o amici. In questo caso se volete un aiuto, andate da un’agenzia di viaggi seria e fatevi consigliare. Se invece preferite il  “fai da te” su Instagram ci sono tantissimi viaggiatori solitari che possono darvi consigli ed ispirazione.

2.  SIATE APERTI

Concedetevi una chiacchiera con il proprietario di un ristorante o con la vicina di sdraio nel villaggio. Quando si viaggia da soli viene più facile aprirsi verso altre persone anche solo per una chiacchiera sul vostro viaggio, o sulla vostra storia. Conoscere nuove persone, magari anche provenienti da paesi e culture diverse, vi può solo arricchire. Durante la vacanza studio che avevo fatto in solitaria a 25 anni avevo conosciuto una ragazza svedese adorabile con cui passavamo bellissimi pomeriggi a parlare; in Kenya ho conosciuto 4 ragazze fantastiche e ci siamo fatte un sacco di risate sotto il sole di Watamu.

ANDATE OLTRE ALLA PAURA

Non vi nascondo che più si avvicinava la partenza, più avevo paura. Non mi vergogno a dirlo. Avevo paura che mi succedesse qualcosa e mi sarei ritrovata da sola lontano da tutti; avevo paura di venire sopraffatta dalla tristezza o dalla solitudine. Non fatevi bloccare da questo: superate voi stessi, superate le vostre paure, scoprirete dei lati di voi stessi che non conoscete. Tornerete più forti e più consapevoli.

Quello che vorrei fare in questa rubrica è farvi vedere il viaggio da vari punti di vista per farvi riflettere sulle molteplici funzioni che un viaggio può avere.

Un viaggio arricchisce sempre, ma credo che un viaggio in solitaria abbia un valore aggiunto per il percorso di crescita personale.

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